Il paziente che accusa dolore al ginocchio con limitazione del movimento, si rivolge al medico per la diagnosi e il trattamento opportuno.
Le fasi che portano alla diagnosi di gonartrosi sono le seguenti:
1. Visita ortopedica
1. Visita ortopedica: è il primo “ passo”.
Il medico valuta innanzitutto come il paziente cammina, l’eventuale zoppia e l’eventuale uso di bastoni.
Si valuterà poi il tipo di dolore, la sede e la mobilità del ginocchio interessato.
Generalmente il dolore è presente in regione mediale e si accentua durante la deambulazione.
Il ginocchio si presenta tumefatto per la presenza di versamento articolare.
E’ frequente palpare in sede poplitea (nella regione posteriore del ginocchio) una formazione cistica a contenuto liquido (cisti di Baker) che altro non è se non il rigonfiamento in regione poplitea della capsula articolare dovuto alla presenza di liquido nel ginocchio.
Spesso il paziente riferisce di aver notato una deviazione progressiva in varismo del ginocchio interessato.
Più raramente tale deviazione può avvenire in valgismo.
Nella storia del paziente vi sono frequentemente precedenti trattamenti conservativi e/o chirurgici (artroscopie…) che possono aver risolto momentaneamente il problema e ritardato l’atto chirurgico di applicazione della protesi.

2. Esame radiografico
2. Esame radiografico: il primo esame diagnostico deve essere una radiografia del ginocchio secondo due proiezioni (antero-posteriore e laterale), già la radiografia permette di evidenziare la presenza di gonartrosi.
Una radiografia poi eseguita sotto-carico (in ortostatismo) permette di evidenziare la presenza di deviazione in varismo o valgismo: tale atteggiamento può peggiorare sotto carico a causa delle lesioni dei legamenti collaterali.
Qualora il quadro clinico e radiografico siano già diagnostici per artrosi di ginocchio il medico ortopedico provvederà a porre il paziente in lista d’attesa per intervento di artroprotesi di ginocchio.

3. RMN e TC
3. RMN e TC: per un ulteriore approfondimento diagnostico, una risonanza magnetica e/o una TC del ginocchio possono escludere malattie secondarie o mettere in evidenza la presenza di necrosi subcondrale o di usura cartilaginea non ancora ben evidente alla radiografia.
Una volta confermata la necessità d’intervento il paziente entra ufficialmente nella lista d’attesa del reparto di appartenenza.
In anticipo di circa 2 mesi rispetto alla data prevista per il ricovero, il paziente viene contattato telefonicamente dalla segreteria e riceve l’elenco completo degli accertamenti di laboratorio da eseguire prima della visita anestesiologica: esami di laboratorio, “ecodoppler arti inferiori”, elettrocardiogramma ed Rx torace.
Con tali esami il paziente si presenterà alla visita anestesiologica preoperatoria.
Visita anestesiologica
Serve a valutare le condizioni generali del paziente e la sua operabilità.
Si sottolinea la necessità che il paziente si presenti alla visita con gli esami prescritti e tutta la documentazione medica in suo possesso: tutti gli esami eseguiti nel passato assieme alla documentazione di eventuali precedenti ricoveri.
In caso di patologie internistiche importanti è utile una breve relazione clinica del medico curante in cui verranno elencati anche i farmaci assunti dal paziente.
Terminati tutti gli accertamenti preparatori e le visite idonee il paziente è pronto per il ricovero in reparto nella data e ora indicatagli sia telefonicamente che per lettera dalla segreteria di reparto.